martedì 7 giugno 2011

Non tutte le ciambelle... escono col buco!

Atti degli Apostoli 5,13


Un uomo di nome Anania,
con sua moglie Saffìra,
vendette un terreno
e intascò parte del ricavato,
d'accordo con la moglie,
e consegnando l'altra parte
la depose ai piedi degli apostoli.



Abbiamo ascoltato ieri il gesto di condivisione di Barnaba, che dopo aver venduto un campo depone tutto il ricavato ai piedi degli apostoli, per la condivisione.
Oggi ascoltiamo il gesto, altrettanto lodevole, di una coppia di sposi, che vende un terreno e consegna una parte del ricavato ai piedi degli apostoli.
Il gesto è lodevole: nessuna regola li obbliga a consegnare tutto.


La questione di fondo però, non è detta chiaramente, e va intuita (e si capirà meglio continuando ad ascoltare la loro storia): essi consegnano parte del ricavato facendolo apparire come tutto il ricavato.


Il loro peccato non è essersi intascati parte del ricavato: il campo era loro, e potevano anche tenersi tutto. Liberissimi di farlo.


Il loro peccato è la menzogna, il falsificare le cose, i fare i furbetti del nuovo quartierino cristiano.
Farsi belli facendo i furbi.
Consegnano la loro offerta dicendo che è tutto, mentre è solo una parte.


Questo gesto ferisce la comunità, incrina la fiducia, uccide una fraternità.


Tuttavia... mi è sempre stata simpatica questa coppia, che ci fa vedere che anche i primi cristiani non erano dei supermen, dei supereroi immacolati e perfetti.
Erano uomini e donne con le loro fragilità, con i loro alti e bassi, con la grazia e il peccato, con entusiasmi e litigi... 
E fan vedere che la comunità cristiana non è il club dei perfetti, ma è una comunità umana.
Una comunità dove soffiava tanto Spirito Santo, certo.
Ma gratia supponit natura, e la natura umana la conosciamo bene.







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