martedì 3 maggio 2011

Han fatto il pieno... e andranno lontano!

Atti degli Apostoli 2,1-4


Mentre si stava riempiendo il giorno della Pentecoste,
si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.
Ci fu all'improvviso dal cielo un suono,
come di vento che irrompe impetuoso,
e riempì tutta la casa dove stavano.
Apparvero a loro lingue divise come di fuoco
e si posarono su ciascuno di loro
e furono riempiti tutti di Spirito Santo
e cominciarono a parlare in altre lingue
come lo Spirito donava loro di esprimersi.


Eccoci, cinquanta giorni dopo la Pasqua (ebraica).
I circa 120 discepoli superstiti di Gesù sono radunati a Gerusalemme, e stanno festeggiando e celebrando insieme, da buoni ebrei, il Dono della Torah, il dono delle 10 Parole donate da Dio al popolo di Israele sul monte Sinai.



Per meditare bene su quello che succede stavolta, penso sia bene meditare insieme quello che successe quella volta.


Esodo 19,16-19 e 20,18: "Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce... Tutto il popolo percepiva i tuoni e i lampi, il suono del corno e il monte fumante. Il popolo vide, fu preso da tremore e si tenne lontano".


Che dire?
Che stavolta (cioè quando il nuovo Mosè, il mediatore Gesù Cristo, è risalito oltre il monte) si raggiunge una PIENEZZA che nella prima alleanza non era raggiunta.
Allora le Parole di Dio furono scolpite su tavole di pietra, e Mosè dovette addirittura macinarle insieme al vitello d'oro e farle trangugiare agli israeliti di dura cervice...
Stavolta il dono della Parola sgorga dal di dentro.
Lo Spirito Santo RIEMPIE i credenti, che parlano ex abundantia, traboccano la Parola di Dio come una sorgente di montagna.
Rigenerati dall'acqua e dallo Spirito (come Gesù diceva a Nicodemo), coloro che  credono e accolgono Gesù come Messia, Figlio di Dio, diventano come dei piccoli monti Sinai non più VIETATI e INCALPESTABILI, ma accessibili e comprensibili a tutti.


Un'altra piccola nota. Nei quadri della Pentecoste di solito rappresentano i dodici con Maria, con le fiammelle sopra la testa.
Il testo degli Atti però lascia intuire che le fiammelle e lo Spirito scendono su tutti i circa 120 credenti ("erano riuniti tutti insieme"), che erano soliti riunirsi nella stanza al piano superiore. Dico questo perchè qualcuno potrebbe pensare che il dono dello Spirito Santo sia solo un privilegio degli apostoli (o dei loro successori o del clero). Se fosse così si tornerebbe ai tempi di Mosè, l'unico autorizzato a salire sul monte a dialogare con Dio e a portare le sue Parole.
La novità di questa Pentecoste è invece che tutti i membri del rinnovato popolo di Dio saliti (nella stanza al piano superiore), vengono riempiti dallo Spirito, e poi andranno a portare questa Parola a tutti.

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