sabato 21 maggio 2011

Qui ci vogliono un po' di STUPEFACENTI!

Atti degli Apostoli 3, 9-11


Tutto il popolo vide che lui camminava e lodava Dio
riconoscevano poi che lui era lui,
quello seduto alla porta Bella del Tempio per l'elemosina 
e furono pieni di meraviglia e stupore per ciò che gli era accaduto.
Mentre lui stava aggrappato a Pietro e Giovanni
tutto il popolo accorse da loro presso il Portico detto di Salomone, stupiti.

Stupisce (ma neanche più di tanto), che l'interlocutore di Pietro e Giovanni, in queste pagine iniziali degli Atti, non è mai una persona specifica, ma TUTTO IL POPOLO. Cioè il Popolo di Israele, s'intende.
Le parole e i gesti che Pietro & Company fanno sono per il Popolo di Israele.
Che è molto simile all'attuale popolo cristiano...

La fatica più grande di questo e di quel popolo era ed è la fatica di vedere e di riconoscere e quindi di stupirsi ancora.
Di vedere e riconoscere che Dio (nel Nome di Gesù e con l'opera dello Spirito) agisce e opera.
E quindi di stupirsi.
Ma non è che uno si impone di stupirsi. Uno si stupisce perchè vede qualcosa di cui stupirsi.
E se non si stupisce, vuol dire che non vede.

E le cose "stupende", cioè quelle che stupiscono, fanno accorrere (se le vedo!).

Che dire?
Quando un popolo non si stupisce più... siamo alla frutta.
L'abitudine, la distrazione, i pregiudizi, il ritualismo, etc etc etc sono gravi malattie che uccidono lo stupore.

Io penso che Dio continui sempre a fare cose stupende.
Il suo popolo è capace ancora di vederle, riconoscerle e accorrere nel Tempio, magari saltellando di gioia e lodando Dio?

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