domenica 8 maggio 2011

Parliamoci con franchezza!

Atti degli Apostoli 2, 29-32


Uomini fratelli,
mi sia permesso parlarvi con franchezza del patriarca Davide:
e morì
e fu sepolto
e la sua tomba è fra noi fino a questo giorno.
Essendo però profeta
e sapendo che Dio gli giurò con giuramento:
"uno frutto del fianco tuo
 si siederà sul trono tuo",
prevedendo parlò della risurrezione dell'Unto:
"Non fu abbandonato negli inferi
né la sua carne vide la corruzione".
Dio risuscitò questo Gesù
di cui tutti noi siamo testimoni.


Tutti noi siamo testimoni.
Penso che Pietro non pensasse solo ai dodici.
E neppure ai circa 120 che si radunavano nel cenacolo.
Penso si riferisse a tutte le persone presenti in quella piazza,
anzi, a tutti gli uomini fratelli e le donne sorelle,
di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
Sì, perchè tutti possiamo testimoniare che Davide morì, fu sepolto, e resta nella sua tomba.
E tutti possiamo testimoniare che Gesù morì, fu sepolto, e dopo tre giorni la sua tomba era vuota.
E, se accogliamo la Parola parlata da Davide e riparlata con franchezza da Pietro...
tutti possiamo testimoniare che Dio ha risuscitato Gesù dai morti.
La prova della resurrezione di Gesù è la Parola di Dio.
Chi dice: "Ti credo sulla Parola. Mi fido di te", diventa testimone.


Ovviamente questa Parola non è vincolante, ma si consegna (come Gesù stesso, Parola fatta carne) alla mia libertà, nelle mie mani.
Posso accoglierla, posso ignorarla, posso rifiutarla, posso combatterla.


Parliamoci con franchezza:
non ci saranno mai prove scientifiche della risurrezione di Gesù;
non ci saranno neanche prove miracolistiche inoppugnabili.


Ci saranno sempre però le semplici parole di Pietro,
che ripetono le parole di Davide,
che ripete le parole di Dio.

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