mercoledì 25 maggio 2011

Il gioco vale la candela?

Atti degli Apostoli 4,4

Molti
di quelli che avevano
ascoltato la Parola
credettero
e il numero degli uomini
diventò circa cinque migliaia.


Leggendo questi primi quattro capitoli insieme, sembra quasi che tutto avvenga nel giorno di Pentecoste; o almeno l'autore lascia intendere così.



Atti 2,1: "E mentre il giorno della pentecoste si completava"...
Il primo discorso di Pietro avviene alle 9.00 di mattina (ORA TERZA)
Atti 2,41: Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno furono aggiunte circa 3000 persone.
Questo secondo discorso avviene alle 15.00 del pomeriggio (ORA NONA),
e il numero degli uomini diventa circa 5.000.


Questo boom di adesioni non è certo merito della bravura di Pietro (non aveva neppure il diploma, figuriamoci la licenza in teologia!) o dei mezzi usati per l'evangelizzazione (anche se avesse avuto Giornali, TV, Internet, I-pod... avrebbe probabilmente fatto flop).
Ma è opera dello Spirito Santo e della libertà delle persone che aderiscono.
Attraverso certo la persona di Pietro (e Giovanni e compagni).
Ma lo Spirito e Pietro non bastano: c'è la libertà.
Infatti mica tutti aderiscono: "Molti", ma non tutti.


Cioè.
E' già bello che "tutto il popolo" accorre e ascolta.
O meglio che "tutto il popolo che è accorso" ascolta: mica tutti accorrono!


Lo diceva anche il buon Gesù: ascoltare la Parola è come un terreno che riceve un seme... mica tutti i terreni sono uguali.
Infatti: su molti terreni (in questo caso circa 2000, + 3000 precedenti) il seme germoglia... poi si vedrà se cresce e porta frutto, o muore per strada.


Ma quello che mi preme sottolineare, e che anche l'autore degli Atti sottolinea, è il fatto di questa fede che nasce dall'ascolto della Parola.
La famosa "fides ex audito", ripresa anche da San Paolo.


Questo versetto 4,4, quatto quatto mi spalanca il cuore.


Tutti siamo d'accordo su questa cosa.
Che cioè la fede nasca dalla libera accoglienza della Parola di Dio, e dopo la fede si venga battezzati etc etc...
Poi però in pratica...


Pensiamo tutti che battezzando un bambino... gli diamo la fede.
Che costringendo i bambini a dire le preghiere e fare il catechismo... gli aumentiamo la fede.
Che cresimando un bambino... gli completiamo la fede.


Come se fossimo noi i proprietari e i dispensatori della fede.


Nella mia decennale esperienza di battesimi, cresime, comunioni... posso dire che nel 99% dei bambini NON C'ERA LA FEDE.


C'era in quasi tutti la spinta dei genitori...
C'era in qualcuno un vago senso religioso, molto vago...
C'era il desiderio di fare tutto, per finire tutto...
C'era tanta voglia di giocare...


Ma la fede... BOH!


E mi fan sempre sorridere tutte le nostre analisi socio-pastoralogiche, che dicono: "Il 99% dei ragazzi, dopo la cresima, non frequenta più la Chiesa, non prega, etc etc".
Come si dice: scopriamo l'acqua calda!
Ditemi: perchè io giovane dovrei fare una cosa in cui non credo?
Se non ci credo, perchè devo farlo?


E' appunto qui il nodo cruciale e gordiano, che nessun Alessandro Magno ancora ha sciolto.


Tutti dicono che ci vorrebbe una pre-evangelizzazione e poi una EVANGELIZZAZIONE.
Tutti dicevano EVANGELIZZAZIONE E (POI) SACRAMENTI.
Tutti sono d'accordo che bisogna ANNUNCIARE IL VANGELO IN UN MONDO CHE CAMBIA, e poi formare e fare accedere alla vita cristiana chi crede (fosse uno, nessuno o centomila).


Però tutti siamo molto furbi.
Sacramentiamo e facciamo accedere il maggior numero possibile di persone nella Chiesa.
Ma come siamo bravi! Mica aspettiamo che lo Spirito Santo scenda dal Cielo: ci pensiamo noi ad ingrassare ed ingrossare i nostri registri.
"Io quest'anno ne ho battezzati 35".
"Io invece ho fatto 62 prime comunioni"
"Io 88 cresime!"
Che bello sentire i parroci quando fanno a gara sui numeri!
E sentirli poi lamentarsi che dopo la cresima spariscono tutti, che una classe di catechismo alle elementari è composta da 100 bambini, alle medie da 10, alle superiori di 1, e il gruppo giovani (che raccoglie dieci annate di ex pargoli) è di 0!
Una volta (e si sono arrabbiati, neh!) ho detto ad alcuni preti: "Guardate che noi mica diamo la fede ai bambini! Gli mettiamo le particole in bocca, li facciamo giocare e divertire, ma la fede certo no"!


Chissà...
Forse verrà il giorno in cui sentirò un prete dire:
"Io quest'anno non ho battezzato, cresimato e comunicato NESSUNO.
Ho pregato ogni giorno, salendo al Tempio o chiudendomi nella mia stanza;
ho condiviso la mia vita coi fratelli, lavorando e mettendo in comune i miei beni;
ho annunciato il Vangelo.
Quando il Signore vorrà,
e una persona libera,
dopo aver ascoltato e accolto il Vangelo,
crederà e verrà a chiedermi: "Cosa devo fare?",
glielo spiegherò e cammineremo insieme.


E allora, IL GIOCO VALE LA CANDELA?
Anni e anni di lavoro con i bambini... per sfornare un popolo di atei e pagani?
Non sarebbe più meglio lasciare fare al Padreterno (risparmiando tempo, energie e risorse) e limitarci ad annunciare il vangelo direttamente a un popolo-non-credente?
Magari,
facendo così,
il Signore ne aggiunge ogni giorno circa 5.000.


Ma noi siamo più bravi di Dio,
e ci affanniamo coi nostri metodi
per riempire le caselle dei registri parrocchiali,
ben sapendo che a nessuno doniamo la fede.


E' un bel paradosso, ma è così.
Questione di potere e... di mancanza di fede in Dio,
che può far saltar su i cristiani anche dai sassi.

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