giovedì 19 maggio 2011

Un papa povero in canna

Atti degli Apostoli 3,6


Pietro disse:
«Argento e oro non sono a me,
ma ciò che ho, questo a te do:
nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,
cammina!».


Curiosando su siti internet e gruppi facebook ANTICLERICALI (chi non ha lo stomaco un po' forte, non lo faccia), ho notato che una delle cose che più inviperisce sodali ed aderenti di questi gruppi sono proprio le ricchezze della chiesa, gli ori e i tesori del Vaticano, gli ermellini e i lussi del papato.

Al di là dei toni spesso accesi, offensivi e spesso volgari, c'è tuttavia in questa "rabbia" (spesso fondata su dicerie e edulcorate credenze) un fondo di verità.
E cioè che l'arricchimento della Chiesa sia una cosa sbagliata.
Arricchimento, aggiungo io, fatto non solo di ori e argenti, ma anche di strutture, di edifici, di istituzioni e quant'altro.
Come se una Chiesa "ricca", di mezzi, strutture e cose, fosse più migliore della Chiesa dei primi anni, talmente "povera in canna" che il papa andava in giro per Gerusalemme senza auto e autista, e non aveva neppure un euro in tasca.


Unico bene posseduto: un nome.
Il nome di Gesù.


Mah. 


Ve lo immaginate oggi un papa, una chiesa... senza chiese, senza calici d'oro e senza candelabri d'argento, senza Vaticano e senza università, senza oratori e senza nulla di nulla?


Una Chiesa alla canna del gas...


Non è un vagheggiamento pauperista.
E' solo che all'inizio era così.
E al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo andava bene così,
altrimenti l'avrebbero fatta su un po' diversa.


Proviamo a mettere sulla nostra bocca le parole di Pietro, di fronte a tutti i bisogni e le richieste che ci possono fare:
"Guarda, non ho cose da darti.
Però quello che ho te lo do volentieri.
Cammina nel Nome di Gesù.
Vieni e seguilo con me".

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